CIRCOLO VELICO CASANOVA

P.ta San Giuliano - Mestre Venezia

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Martedì, 6 Giugno 2000
Venezia mia, ti stanno uccidendo

S.T.) «Una volta, la laguna era un paradiso, nel silenzio rotto solo dai gabbiani o dallo sciabordio dei remi, adesso son solo lancioni e motoscafi, onde dappertutto. Povera Venezia mia: ancora dieci anni, e di te non resterà più nulla». Il grande "Ciaci" non ha più parole per descrivere com'è cambiata la laguna da quando lui, prima come giovane pescatore "seragiante", poi da ineguagliato campione del remo, l'ha conosciuta. Un paradiso, appunto, nel quale ha trascorso una vita, e che pochi conoscono come lui. Ora un inferno.

«In palude della Rosa, dietro a Torcello, ci andavo che avevo tre anni: praticamente non sapevo camminare ma già vogavo con mio padre. Allora c'erano le secche, si pescava camminando, ora tutto e finito». Il canale dei petroli, denuncia Sergio Tagliapietra, ha distrutto la laguna. «I grandi scienziati, gente che la laguna l'ha vista in cartolina, hanno preso il mare e l'hanno portato dentro, e la laguna s'è abbassata di due metri».

E quel che non ha fatto il canale dei petroli, lo sta facendo il moto ondoso, che aggiunge erosione a erosione. «Dovunque motoscafi, dietro a Torcello, a Sant'Erasmo, alle Vignole, davanti a Pellestrina, e si mangiano tutta la barena». Gente senza rispetto. «Vogavo - racconta ancora, e ha già smesso da nove anni - e ti buttavano a fondo, poi si mettevano a ridere».E le palizzate erette dal Magistrato alle acque, le barene artificiali del Conzorzio Venezia Nuova sono solo inutili palliativi. «Calare pali - dice "Ciaci" - è come dare panini alle bestie. Che senso ha, visto che le "bisse" se li mangiano in due anni? Hanno detto che davanti a Poveglia hanno fatto barene artificiali, ma non le ho viste: c'è solo un piccolo dosso, ma le barene dovrebbero stare oltre il pelo dell'acqua, e vi dovrebbero attecchire le piante. Bisogna rimuovere le cause del disastro, tombare quel maledetto canale dei petroli, che sembra che l'abbianmo fatto apposta a scirocco, e proibire i motoscafi, e basta».

Anche a Venezia, anche in canale della Giudecca. «Mai avrei pensato - afferma "Ciaci" - che quelle rive possenti potessero crollare». E soprattutto in Canal Grande. «Ma vi rendete conto - afferma "Ciaci" - cosa càpita quando s'incrociano due vaporetti, magari con l'acqua bassa? È come far forza in un bicchiere, le pareti si spaccano. Fosse per me, tirerei due catene, alla Salute e a Santa Lucia: Venezia non è nata perché ci passino battelli e motoscafi, ma è nata per il remo. E se c'è chi non vuole - aggiunge - non mi interessa: dobbiamo tramandare Venezia ai figli, ai nipoti, per sempre, e invece ora è come un gigante indifeso, al quale tutti danno addosso».

Pessimista? «No - conclude amaramente "Ciaci" -, vedo i fatti»!


 

 

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