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Sabato, 18 Gennaio 2003
INTERVISTA - Si sta realizzando il sogno di Di Mambro, il progettista del più grande parco sulla laguna
Il "San Giuliano park" del Veneto
"La scala è da grande metropoli. Una occasione per portare qui il turismo familiare"

 

"Il parco di San Giuliano è una occasione unica per la città, che ad esempio può recuperare un turismo familiare che a Venezia non viene più. Una famiglia con tre figli deve fare un mutuo per venire a Venezia e invece ci pensate?, qui puoi lasciare i bambini che si divertono ad andare in canoa o che si fanno un giro per le isole in barchetta a vela e intanto i genitori vanno alla Biennale e si dannano l'anima a scarpinare in giro per Venezia, una cosa che annoia terribilmente i ragazzi.

Qui puoi fare una sorta di giardino d'infanzia per i piccoli turisti, insegnandogli ad apprezzare le bellezze delle barene.

A proposito di barene, faremo delle passerelle di legno sospese sull'acqua, che entrano fin in laguna. E poi un parco del genere deve essere vissuto dalla città.

E' un parco da godersi, non una cosa tipo Las Vegas che dura un giorno e via".

 

Antonio Di Mambro, l'architetto che ha progettato il parco di San Giuliano, non smette di sognare. 

Del resto il parco che è uscito dalla sua matita è prima di tutto un sogno, quello di riuscire a trovare il modo di collegare sul serio Mestre con Venezia, costruendo un "fronte" che metta insieme acqua e terra.

 

"Quando verrà inaugurato, alla fine di quest'anno, i mestrini e i veneziani si renderanno conto che è un parco molto spartano e che alla fine è costato poco rispetto al fatto che stiamo parlando di quasi 150 ettari. E questo vuol dire che è dimensionato per grandi eventi".

E con Di Mambro si può già pensare ad una inaugurazione in grande stile, alla Pink Floyd, per capirci.

"Certo, un evento del genere sarebbe al posto giusto a San Giuliano perchè ci si arriva via acqua e via terra.

Ci sono ampie zone aperte, libere, proprio per organizzare mega manifestazioni".

E il fatto che manchino i soldi per finire non la preoccupa, architetto?

"No, perchè finora la Giunta di Venezia - anzi le cinque Giunte che ho visto in questi anni - ha sempre fatto l'impossibile per il parco di San Giuliano . Vuol dire che è chiaro per tutti che questa è anche una grande opportunità per la città".

Resta il fatto che solo per tenerlo aperto ingoierà 1 milione e mezzo di euro all'anno - 3 miliardi di lire.

"Quando ho stilato i contratti con le ditte che costruiscono il parco, ho messo nel contratto anche due anni di manutenzione. Vuol dire che fino al 2005 siamo abbastanza tranquilli.

Poi, è chiaro, che bisogna darsi da fare con le idee. Ad esempio, perchè non estendere la Biennale a Mestre? Possibile che qualche installazione della Biennale non possa trovare spazio qui?"

Una ipotesi suggestiva.

"E poi ricordiamo che qui troveranno il loro posto molte attività private, dal ristorante al bar e ognuno dei privati darà il suo apporto".

E poi c'è il polo nautico, che però verrà a costare molto di più del previsto. Si era parlato di una quindicina di miliardi e invece sono 30, sempre in lire.

"Bisogna tener presente che avevo fatto il calcolo nel 1998, 4 anni fa. I prezzi sono cambiati, ma non è solo questo. Le società sportive stanno avendo uno sviluppo enorme dal punto di vista degli iscritti e io ne devo tener conto nel progetto. Vuol dire che, se fanno i corsi per i bambini, devo allargare l'area verde davanti ai capannoni e poi l'edificio della Polisportiva è molto più grande perchè le società sono di più.

I capannoni però sono rimasti gli stessi. In più abbiamo inserito il recupero della parte che adesso ospita il cantiere del parco e poi c'è l'ultimo lotto che coincide con le sedi [attuali ndr] delle remiere".

Insomma i 15 milioni di euro in più o meno ci stanno tutti.

"Sì. Questo è un grande parco, ha una scala da metropoli e credo che, potendo ospitare grandi eventi, sullo stile di Central Park, a New York, possa puntare ad ottenere finanziamenti regionali e statali. Central Park fa concerti con 100 mila persone".

Ed è chiaro che Di Mambro a questo pensa, e cioè ad un parco che diventa una attrazione per tutto il Veneto.

 

Maurizio Dianese