CIRCOLO VELICO CASANOVA       P.ta San Giuliano - Mestre Venezia

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 ...gola profonda* colpisce ancora, e la sua personale versione, condita da quella del giornalista, diventa pubblicata realtà. 
Una società é lasciata per strada, altre cinque su sette si riscoprono insignificanti comparse, e oltre un migliaio fra velisti, canoisti e canottieri sono reclutati d'iniziativa nelle "remiere"... 
Articolo da buttare? Non proprio... almeno per la capacità di stimolare la curiosità di tanti soci dormienti...

Sabato, 13 Novembre 2004
SAN GIULIANO Accordo difficile
Lo Statuto "spacca" le società remiere
In discussione il bilanciamento dei poteri

Fanno un po' come i gamberi. Ma siccome si tratta di gente di mare, forse non c'è da preoccuparsi.
Parliamo delle remiere di Punta San Giuliano.
Sembravano ad un passo dall'accordo e invece il Polo nautico, inteso come pool di associazioni - canoa, voga alla veneta, canottaggio, vela - torna per un momento in alto mare.
E' un argomento che interessa tutti i mestrini che hanno una qualche intenzione di andare a divertirsi in barca a vela o a remi al Parco di San Giuliano.
Le remiere infatti sono il nocciolo del futuro Polo nautico, un "giocattolo" per il quale la collettività sta per spendere 15 milioni di euro.
Ebbene, le remiere per una vita hanno litigato, adesso sembravano vicine all'accordo sulla base dello statuto messo a punto dallo studio Valentini. Statuto che pareva un buon compromesso per le due filosofie - contrapposte - che si affrontano sul tema del Polo nautico di Punta San Giuliano.
La prima filosofia è quella di Bepi Penzo (Voga alla veneta) che vuole l'associazione delle associazioni. E significa fotografare l'esistente: ognuno si tiene quel che ha, punto e a capo.
La seconda è quella della Canottieri (Paolo Bertan) e punta allo scioglimento delle società dentro un unica polisportiva, per fare in modo che diventi la Polisportiva con più soci d'Italia.
La via di mezzo è quella dello statuto in discussione. Che tenterebbe di salvaguardare le vecchie società, ma anche di aprire al futuro, che è fatto delle migliaia di giovani che vorranno fare attività sportiva ai bordi della laguna.
Lo Statuto dunque prevede che in Consiglio direttivo entrino di diritto i rappresentanti delle sette società.
Il bilanciamento al "vecchio" è dato dal fatto che entrano in Consiglio direttivo anche i rappresentanti delle specialità. Vuol dire uno per la voga alla veneta, uno per la canoa e così via. Un terzo bilanciamento dei poteri delle remiere è dato dall'elezione diretta del presidente da parte di tutti i soci.
E qui è venuto giù il finimondo.
Perchè l'elezione diretta vuol dire dare al presidente un potere superiore a quello di tutti gli altri presidenti di remiere. Non se ne parla, ha detto Bepi Penzo.
E si è ricominciato a discutere su tutto.

A questo punto l'accordo si gioca sul filo del rasoio dell'autonomia delle singole società.
Perchè la Voga Veneta non rinuncerà mai alle sue barche - con la Canottieri è l'unica che ha un vero patrimonio in legni che scendono in acqua - e ai suoi soci.
Al contrario delle altre società che invece hanno numeri magari maggiori di partecipanti alle singole iniziative, ma non hanno il radicamento e la forza delle due maggiori remiere.
Se lo Statuto trova il modo di salvaguardare i "vecchi", quelli che hanno tenuta viva la Punta quando era una discarica di immondizie, aprendo al futuro, allora è fatta.
Altrimenti sarà spaccatura dura.

   Maurizio Dianese