CIRCOLO VELICO CASANOVA       P.ta San Giuliano - Mestre Venezia

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2a regata del campionato 2005 di Vela al Terzo

Domenica 1 Maggio 2005

La "Regata dei Fortini" nel racconto di Giorgio Pavan 


Regata di Vela al terzo per Topi e Sampierote vista da bordo di Sisa, classe Sampierota categoria Gialla

 

Mi ero ripromesso di partire molto avanti lungo la linea di partenza, in modo da evitare la ressa in barca giuria.

Domenica scorsa alla regata del Bocolo avevamo dovuto attendere che finissero gli autoscontri per poter passare la linea.

Invece per paura di essere in anticipo ci siamo trovati nella bolgia in barca giuria,sopravvento a Falcone che urlava acqua ed io che avevo paura di passare la linea prima del tempo.

  

Qualcuno ha anche urlato:”sempre ti che te combini i casini..” chissà se era rivolto a me. Io comunque mi considero un vero gentleman,vedendo gli altri che cosa combinano ogni volta.

Nobile Voltafora - topo categoria blu- dietro a noi ed un po’ più stretto al vento ci ha piantato il bompresso sulla randa: un attimo di apprensione e poi tutto si è risolto.

In partenza siano tra i primi a passare la linea e sopravvento a chi ci sta vicino.

Di bolina siamo veloci con la trinchetta ma stringiamo meno di  altri che hanno il fiocco per cui siamo costretti a fare bordi un po’ più lunghi.Viriamo insieme a Nobile Voltafora: siamo un po’ più indietro ma sopravvento e possiamo contare su una maggiore velocità di avvicinamento alla boa. Giriamo insieme, noi all’esterno e loro interni  sottovento. Subito dopo gira Marmotta sampierota di cat.gialla-.

 

Nella poppa  verso l’isola di Sant’Angelo Delle Polveri guadagnamo subito circa 100 metri perché i nostri diretti concorrenti  devono ammainare il fiocco e armare la trinchetta:noi non siamo in grado di fare questa manovra rapidamente in navigazione per cui rinunciamo e facciamo tutta la regata con la trinchetta.Per il momento la nostra scelta ci avvantaggia.

 

Giriamo attorno alla palizzata attorno all’ex Isola di S.Marco in Boccalama mantenendo il vantaggio su Marmotta ed aumentandolo su Nobile Voltafora che ha tentato  l’andatura con bordi di granlasco invece che la rotta diretta con  le vele a farfalla. Dopo c’è la lunga bolina verso  l’isola di Fisolo, lasciando la Isola Campana a dritta e la Ex Poveglia a sinistra. Nei bordi con la maestra a “dardosso” non riusciamo a regolare bene la vela,la randa parta male, e sappiamo che qui possiamo solo difenderci. Noi cerchiamo di  stringere il più possibile, anche se dobbiamo rinunciare ad un po’ di velocità, Marmotta sceglie l’opposto,fa correre anche se è un po’ più largo al vento.Loro virano e noi viriamo in copertura. Alla” bona” la randa porta bene e penso che su questo bordo siamo veloci e  forse non perdiamo.

 

Quando vedo  l’isola  Campana ben oltre il traverso e penso di passarla con un bordo buono, viro.

 

E qui succede il fattaccio:forse Graziella non ha tenuto la trinchetta  a collo per un tempo sufficiente ad abbattere la prua, forse non spingo abbastanza sottovento il boma della randa: fatto sta che siamo fermi immobili.  Marmotta è ad oltre 100 metri,ci vede, stringe un po’ e ci viene a virare a 5 centimetri.

Sembra impossibile, nei tempo che loro hanno impiegato per raggiungerci abbiamo fatto si e no 1 metro.

E così siamo costretti a virare per dare acqua e poi rivirare, Il tutto da fermi.Quando siamo di nuovo in assetto Marmotta è a 200 metri avanti e noi non possiamo più passare Campana senza ulteriori bordi.

 

Adesso vediamo anche altre barche che prima erano cosi indietro da non interessarci.Incrociamo Paron Giacomo di Massimo Gin –topo cat.arancio-che prima ci deve dare acqua all’incrocio, e poi incrociamo di nuovo, noi più veloci ma più larghi al vento e loro più lenti ma più stretti di almeno 10 gradi.

Ma quanto stringe un topo?

 

Marmotta è così lontana che facciamo la nostra rotta senza preoccuparci di loro. Nell’avvicinamento all’Isola di Fisolo loro vanno verso sud est e noi andiamo verso sud-ovest.Incrociamo di nuovo Paron Giacomo ora affiancato da Marangona e da Deboto 7,80-tutti topi cat.arancio-:se Marangona l’ha raggiunto forse la sua bolina non è poi così redditizia,ma se noi li incrociamo di nuovo così vicini forse anche la nostra bolina non è granchè.Marmotta è lontana.

Passiamo spesso degli scarsi:sono tentato più volte di virare, ma nelle barche al terzo, data la lentezza in virata non è conveniente virare sugli scarsi:ci ho provato in passato ed ho smesso.Bisogna continuare, non lasciarsi abbattere vedendo che la prua si allontana dall’obiettivo e pregare che lo scarso duri poco.

 

Marmotta è già sul bordo buono per passare l’isola di Fisolo, la vediamo molto lontana,noi stiamo andando all’incrocio, poi dovremo virare e metterci sulla loro rotta.

Passa Marmotta, avrà un 200 metri poi passa Deboto 7,80,   viriamo subito,un po’ in anticipo,sperando di passare vicino all’isola senza trovare sassi e li seguiamo.In fondo non abbiamo perso su Marmotta.

Anzi  virando in anticipo , se passiamo ,avremo guadagnato un 30-40 metri.

 

Poi di nuovo poppa piena .Deboto 7,80 perde parecchio nell’armare la trinchetta, e lo affianchiamo, Marmotta invece non perde un metro.

Confido sulla nostra supposta superiore velocità in poppa,sulla lunghezza del lato e sulla copertura che due barche affiancate di certo fanno a Marmotta. Macchè, quelli non perdono un metro.

Chiacchieriamo con Roberto Tramontin di Deboto 7,80,gli offro una cena di pesce se è capace di prendere Marmotta e coprirlo finchè arriviamo noi.Scherziamo un po’,ma la situazione non cambia.

Le nostre speranze sfumano…

 

Arrivando a S.Marco in Boccalama recuperiamo qualche metro quando gli altri ammainano le trinchette ed issano il fiocco.Girando l’isola siamo interni a Deboto 7,80 che però orza alla morte e ci danneggia.Gli dico che non si fa così e lui mi dice che stava combattendo con un cefalo che gli è saltato sulla schiena e capitato a bordo.Ci mettiamo in assetto cercando la nostra boa.Per fortuna la bolina non è così stretta:possiamo arrivare in boa su un solo bordo se non ci sono salti eccessivi.

Marmotta e Deboto 7,80 sono leggermente sottovento pochi metri avanti:siamo veloci ed abbiamo margine per orzare un po’ senza perdere velocità.Lo facciamo per un po’ e ci troviamo 20-30 metri sopravvento poco dietro.Comincio a poggiare, la barca accelera e lentamente guadagniamo.

Dopo un po’ Deboto 7,80 finisce nei nostri scarichi e rallenta. Marmotta è un po’ più indietro:paga forse la minore lunghezza ,ma anche il fatto che la trinchetta ci da più potenza.

 

Tenere il timone di Sisa è un lavoro malpagato,per la fatica che costa.La barca è troppo orziera dobbiamo lavorare ad equilibrarla.Ho crampi ad entrambe le braccia ed ad una spalla.Chiedo a Mario di tenere per un po’ il timone finchè mi passa.Credo che gli avessi offerto una cena di pesce non sarebbe stato più contento.

 

E’ un lato lungo,senza storia, allunghiamo fino ad avere circa 200 metri di vantaggio:c’è ancora una boa da girare con una strambata di quasi 180°.La prendo larga: le strambate con la vela al terzo sono una faccenda seria,se non recuperi bene la scotta il boma ti va verso il cielo e la cosa si fa preoccupante.Tutto bene, avevo il berretto col frontino e così  non ho visto niente di quello che succedeva in alto, poi Mario mi dice che non era proprio da manuale.

Di nuovo in poppa piena abbiamo un lato breve fino all’arrivo.

Ci prendiamo un secondo per seguire la strambata di Marmotta.credo sia parecchio più stretta di noi ed in questi casi la loro manovra è ancora più critica.

Infatti il boma gli finisce allegramente in acqua,e la barca si inclina alla grande, ma tutto bene,si rimettono in assetto.

Ancora qualche momento e poi  la giuria ci da il segnale di arrivo:primi assoluti.

Peccato non poter andare alla premiazione:Mario è atteso per l’inaugurazione della casetta del Circolo Velico Casanova e non può proprio mancare.

Aspettiamo i primi arrivi e poi salutiamo e ce ne andiamo.

 

Per la cronaca:Soravento,altra nostra barca del circolo arrivata quarta di categoria mostrava come trofeo una bosega da 7-8 etti che gentilmente era saltata a bordo chiedendo solo di essere fatta alla griglia..

 

PIERGIORGIO PAVAN