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         26 Luglio 2006
SAN GIULIANO Scoppia la guerra su un progetto che stravolge il disegno urbanistico che rinnovava la situazione in Punta
I capannoni si mangiano il parco
Attività commerciali al posto della passeggiata naturalistica. Insorge la Municipalità
Mestre

E' bufera sul progetto di Punta San Giuliano al quale ha dato il via libera il vicesindaco di Venezia, Michele Vianello in quanto Commissario straordinario al moto ondoso. 
Il progetto prevede la costruzione di 30 mila metri cubi di capannoni che andranno a "mangiarsi" non solo la storica strada che porta in Punta e che doveva diventare pista ciclabile e passeggiata naturalistica, ma anche 7 ettari del parco di San Giuliano . 

E tutto per dar spazio ad attività commerciali del tutto incompatibili con il parco. Il primo ad insorgere è Massimo Venturini: "Il provvedimento va ritirato". Sulla stessa linea l'intero consiglio di amministrazione dell'Istituzione parchi di Mestre con uno dei consiglieri, Gabriele Senno che minaccia le dimissioni.


  
Venturini: «Il parco di San Giuliano non si tocca»
Il presidente della Municipalità attacca il vicesindaco che ha dato il via al progetto che prevede capannoni sul verde

Il più determinato è il presidente della Municipalità di Mestre, Massimo Venturini: "Abbiamo chiesto il ritiro immediato del provvedimento. E spero ci possa essere al più presto un pronunciamento del Consiglio comunale. 
Un colpo di mano del genere, contro Mestre, non può passare." 

Il 30 giugno, ultimo giorno del Commissario straordinario contro il moto ondoso, il vicesindaco di Venezia, Michele Vianello, ha dato il via libero all'ordinanza scandalo di cui parla Venturini. 

Si tratta di questo: con i poteri straordinari che gli sono concessi per lottare contro il moto ondoso, Vianello in un colpo solo ha fatto una Variante urbanistica alla zona di punta San Giuliano che cambia il progetto del parco stilato dall'architetto Antonio Di Mambro. 

"E vuol dire - spiega Massimo Venturini - che si stravolge completamente la filosofia dell'accesso di Mestre all'acqua e con un vero e proprio blitz perchè non più tardi di un mese fa il sindaco Massimo Cacciari ha presentato a Mestre tutti i progetti e nessuno ne sapeva nulla di questa cosa." 

Che si tratti di un blitz di Vianello ci sono pochi dubbi tant'è che il vicesindaco, che pure non è nemico giurato delle conferenze stampa, stavolta non ha fatto sapere nulla a nessuno. 
C'è voluto un bel po' perchè iniziassero a circolare le carte. 

Ma non è solo la Municipalità che insorge. 

Ieri il Consiglio di amministrazione dell'Istituzione Parchi di Mestre ha approvato un ordine del giorno con il quale chiede il ritiro del provvedimento e alcuni consiglieri addirittura minacciano le dimissioni. 
Perchè il progetto, sotto la dicitura "riqualificazione della riva del canale di San Giuliano", in realtà uccide punta San Giuliano. 
Le 18 attività commerciali che si trovano lungo la strada che porta fino in punta, infatti, avranno la possibilità di allargarsi e di restare lì per sempre. 
Ma non solo da una vita si dice che si tratta di attività incompatibili con il parco - lo ha scritto nero su bianco lo stesso Antonio Di Mambro - ma si è sempre detto che andavano spostate. 

Perchè non ci sono solo le ditte di trasporto via acqua, ma anche due aziende che costruiscono barche in vetroresina e una che fa la sabbiatura delle carene in ferro delle chiatte. 
Dunque, si tratta di attività altamente inquinanti e che sono nate, storicamente, grazie ad abusi edilizi tollerati dagli Enti pubblici. 
Adesso l'abusivismo diventa progetto firmato e timbrato dal vicesindaco Michele Vianello. 

Il progetto approvato dal Commissario delegato dal sindaco per combattere il moto ondoso prevede che si crei una vera e propria darsena lungo il Canal Salso fin quasi in punta San Giuliano. 
Vuol dire costruire qualcosa come 10 mila metri quadri - 30 mila metri cubi, facendo sparire pista ciclabile e passeggiata. Non solo, prevede che le attività commerciali "si mangino" tutta la strada che, dunque, viene spostata dentro il parco, occupando così 7 ettari di verde pubblico, distruggendo il canneto e soprattutto dando il via libero al passaggio di barche a motore, giudicate del tutto incompatibili con le attività delle remiere di Punta San Giuliano. Insomma, un disastro.

Maurizio Dianese

1- continua

 

 

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