CIRCOLO VELICO CASANOVA       P.ta San Giuliano - Mestre Venezia      

Home

Mauri ne é venuto a conoscenza casualmente, chiacchierando in banchina. 
L'episodio risale al giorno del
Trofeo Nuti dello scorso anno. Il 30 settembre non c'é vento, e Aldo decide di andare a Torcello con la sua "Santa Lucia": il destino aveva deciso che c'era una giovane vita da salvare.
L'episodio ci ha colpito, e ci fa riflettere sulla fragilità della vita, ma anche sulla generosità che possiamo esprimere.
Il gesto di Aldo é importante al di là di questo felicissimo esito: la solidarietà - merce rara - può essere espressa anche in momenti meno drammatici, e comunque può essere molto preziosa. 
Grazie Aldo dell'insegnamento, per tutti potrà essere il  tesoretto da non dimenticare quando salpiamo da Sangiu.

L'Arena
   

IL GIORNALE DI VERONA

Martedì 16 Ottobre 2007 provincia 

di Massimo Ugolini


Un gesto spontaneo, che ha salvato la vita a un bambino nella laguna di Venezia. Una storia a lieto fine, portata alla ribalta attraverso una lettera inviata al Comune di Sant’Ambrogio da un dottore veronese. 
Una storia che ha come protagonisti il piccolo Giulio, tre anni e mezzo, di Mestre, e Emanuele Battaglia, Aldo per gli amici, medico odontoiatra a San Pietro in Cariano, residente a Sant’Ambrogio con la moglie Tamara e i figli, grande appassionato di vela.


  
«Domenica 30 settembre», spiega il dottor Rocco Elio Insacco di Verona, autore della segnalazione al Comune ambrosiano, «intorno alle ore 14, sul molo del porticciolo antistante la Basilica dell’Isola di Torcello, nella laguna veneta, un bambino di tre anni e mezzo, inseguendo forse i sogni stimolati dal fascino dei luoghi, cade in acqua.
«I turisti presenti sul piccolo piazzale non possono vedere e non si accorgono di nulla nemmeno i genitori. Il bambino annaspa nell’acqua fredda e sporca, non urla. La caduta del bimbo, però, e il tonfo attirano l’attenzione della signora Tamara che, in quel momento, insieme al marito, sta attraccando con la propria barca Santa Lucia. L’urlo della signora e l’indicazione orientano l’attenzione del marito, il dottor Aldo Battaglia, che immediatamente, vestito com’era, si butta in acqua, raggiunge il bimbo che già sprofondava e, dopo qualche tentativo, riesce ad afferrarlo. Viene quindi, a braccia tese, sollevato sul molo da alcune persone che intanto avevano notato l’accaduto».
«Mi congratulo con il dottor Battaglia, anche a nome della cittadinanza», afferma il sindaco Nereo Destri, «per il coraggio e la sensibilità dimostrati e per l’encomiabile gesto. Come amministrazione abbiamo già trasmesso una missiva al dottor Battaglia, evidenziando l’atto compiuto, un gesto straordinario a dimostrazione di uno spirito di generosità e altruismo nei confronti di un bimbo che, altrimenti, sarebbe potuto incorrere in chissà quali conseguenze».
Ma il Comune pensa anche a un riconoscimento per il dottor Battaglia. «Stiamo valutando diverse opportunità per sottolineare istituzionalmente il gesto», prosegue il sindaco, «ad esempio attraverso un encomio. Ma non solo. Avremo occasione di riparlarne».
«Mi fa piacere commentare a distanza d i qualche giorno questo episodio che si è risolto positivamente», racconta Aldo Battaglia. «Quel giorno, dopo un giro in barca nella laguna di Venezia, stavo attraccando al Torcello. La corrente era particolarmente forte. Ad un tratto mia moglie ha cominciato a urlare. Mi sono girato, ho visto quel che stava accadendo e, senza pensarci troppo, mi sono buttato in acqua. Sono riuscito ad afferrare il bimbo e, aiutato dalle persone che nel frattempo erano accorse sul molo, sono riuscito a sollevarlo». Battaglia, qualche giorno fa, è stato invitato a cena con la moglie a Mestre dalla famiglia del piccolo Giulio. «Abbiamo trascorso una bella serata e tutti auspichiamo che il bimbo possa superare quanto accaduto, grazie all’affetto dei genitori e del fratellino. Al termine della cena», conclude il medico, «i genitori mi hanno chiesto la disponibilità per fare da padrino a Giulio, quando il bambino riceverà la prima comunione. Lì per lì sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla domanda, anche perchè dovranno trascorrere ancora alcuni anni. Poi, grazie anche ai preziosi consigli di mia moglie Tamara, ho deciso di accettare con grande entusiasmo»

Massimo Ugolini


         byrevi Venezia 12.2.2008