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3-6 Luglio 2010 
Heineken, musica, giovani ed economia 
Da tre diversi articoli i numeri e le ricadute culturali ed economiche della 4 giorni a forza 110.000 !


Corriere della Sera - 5 Luglio 2010


L'EVENTO

«Ciao Venezia». I Pearl Jam  e l'abbraccio dei 50mila
 

Il gruppo di Seattle chiude alla grande l'edizione 2010 dell'Heineken Jammin' Festival. Nell'ultima giornata applausi per Skunk Anansie e Ben Harper

Il concerto dei Pearl Jam (Errebi)

«È da tanto tempo che vogliamo suonare qui. Suoneremo per due ragioni : la prima che abbiamo molte canzoni da suonare, la seconda che mi il mio italiano fa schifo». Eddie Vedder legge in italiano questo messaggio. Ha davanti 50mila persone (alcuni dicono 60) per l’ultimo concerto dell’Heineken Jammin Festival 2010. Gente che aspettava i Pearl Jam dalla tromba d’aria del 2007. Gente che finalmente ha potuto calmare la propria sete di rock .

La giornata di martedì era iniziata nei migliori dei modi. Prima l’esibizione dei Gomez, breve ma perfetta, poi i Gossip di Beth Ditto (con tanto di ruzzolone dal palco e spettacolo continuato tra il pubblico), dopo un po’ di pioggia è toccato agli Skunk Anansie, con una Skin più rock che mai che tra hit e inediti si è anche lanciata più volte tra il pubblico. Prima dei Pearl Jam il concerto dell’amico Ben Harper assieme ai Relentless 7. Sul palco il chitarrista californiano sale con la maglietta della campagna «Io non me ne frego» realizzata dalla Cooperazione Internazionale per riportare in primo piano la lotta contro la povertà nel Sud del mondo. Poi tra slide e guitar e Gibson mette in fila cover dei Led Zeppelin e i suoi piccoli gioielli come “Diamonds”.

Il delirio si scatena quando sul palco sale Eddie Vedder e duetta con Harper in “Under pressure” dei Queen. Solo applausi per il chitarrista e la nuova band che ha chiuso con “Up to you now”. Poi tocca ai PJ. Due ore di rock potentissimo, ispirato come non mani. “Ciao Venezia!” e l’inizio è per “Given to fly” il pubblico la sa come una preghiera imparata da bambini, e tra Vedder e Venezia si instaura un legame che non si spezza più. Passano “Curduroy”, “Word wide suicide”, “Fixer”, Eddie legge la lettera che si è scritto in italiano poi si continua con “The Fixer” dell’ultimo “Backspacer” (poi canterà anche “Unthought Known”, “Just Breathe” e “Got some”) e “Small Town”. Chi ha ascoltato i Peral Jam e non li ha mai visti sul palco non può capire come il gruppo di Seattle possa radunare folle come quella del parco San Giuliano. I PJ sono animali da stage, come pochi altri al mondo, Rolling Stones e Bruce Springsteen ad esempio. Tra un brindisi con vino italiano (bevuto «a canna« è sempre rock) dopo “Breath” Eddie riprende il foglio e legge «Questa canzone la dedico ai miei amici di Roma (…) l’ho scritta in una piccola auto» e parte “MFC (Mini fast car)”. “Even flow” suona rock come non mai, con la chitarra solista di Mike McCready impegnata in assolo dietro alla testa, senza sbagliare una nota.

Il primo set si chiude con “Porch”. E dopo qualche minuto si continua con “Red Mosquitos” e con una sorpresa: sul palco c’è anche Ben Harper e la sua slide impreziosisce ancora di più la performance. Vedder è felice come un bambino, imbocca perfino Harper con la bottiglia che accetta divertito. Dopo il duetto si va avanti. Il cantante dei PJ salta, corre, si avvicina al pubblico si arrampica sui Marshall come non faceva da tempo. Passa anche la cover di Joe Strummer “Arms aloft” e arriva l’inno “Jeremy”. Nei bis arriva anche “Once”, “Black”, sui «molti significati dell’amore» come dice Vedder, poi si arriva all’apoteosi con «Alive». Per l’ultima canzone si richiamano tutti sul palco, compreso Ben Harper e i Relentless. “Rocking in a free world” di Neil Young è un ottimo arrivederci. Tutta la band lancia tamburelli al pubblico. «Per noi l’Italia era come la luna, una cosa da sognare - saluta Vedder - adesso ci siamo saliti sopra. Grazie mille, ciao Venezia!».

Francesco Verni
07 luglio 2010



Il Festival, La città, l'economia

Mercoledì 7 Luglio 2010,

Si può dire che l’Heineken Jammin’ Festival è diventato parte integrante del panorama cittadino? «Noi vogliamo restare anche oltre il 2011, ma il Comune deve capire».
  
Roberto De Luca, responsabile di LiveNation Italia, è l’Heineken Jammin’ Festival in persona, nel senso che se l’è inventato lui, l’ha realizzato per la prima volta e per altri nove anni, all’autodromo di Imola, e nel 2007 si è fatto convincere da Massimo Venturini (presidente della Municipalità) ma soprattutto dalla bellezza del parco di San Giuliano.
Per le prime due edizioni il Festival ha contribuito con 150 mila euro, e il Comune li ha usati soprattutto per la manutenzione ordinaria del Parco. Per questa edizione non è arrivato un centesimo e De Luca fa capire che la linea di condotta sarà questa anche in futuro. L’anno prossimo è l’ultimo previsto dalla convenzione tra Comune e LiveNation, quindi subito dopo che l’edizione 2010 avrà salutato Mestre si dovrà cominciare a discutere cosa fare dal 2012 in poi. Non è da molto che De Luca ha avuto un primo incontro con l’assessore alla Cultura, Tiziana Agostini, ma è ancora presto per trarre conclusioni definitive. Il sindaco Giorgio Orsoni, lo stesso assessore Bettin e il vicesindaco Simionato, hanno ripetuto che il Festival è un arricchimento per la città intera. Ma c’è qualcuno in Comune che storce il naso.
«Noi siamo qui, ma ripeto che il Comune deve capire che il ritorno sul territorio è forte. Che non è solo economico, ma anche culturale in un’area che, diciamocelo, da questo punto di vista è un po’ decaduta».
D’ora in poi, dunque, il contributo del Festival a Mestre sarà in termini di indotto, economico o colturale e sociale che sia.
«Non sono più tempi di grandi guadagni, noi facciamo il possibile per garantire sempre un grande spettacolo, d’altro canto si fa presto a fare i conti».
Se alla fine di questo Festival saranno passati per San Giuliano 100 mila spettatori incasserete 5 milioni di euro (50 euro al biglietto).
«Bene, per allestirlo ne spendiamo 6 milioni e mezzo. Qualche centinaio di migliaio di euro li incassiamo dai vari stand e poi c’è lo sponsor, l’Heineken, che un tempo era anche coproduttore, e oggi ha comunque un grande ruolo di partner molto attivo che pensa alla promozione e all’allestimento di molte aree del Festival. D’altro canto, tornando al contributo alla città, non siamo noi che diciamo che gli alberghi sono pieni e pure i campeggi».
Qualcuno dice che Imola abbia pianto lacrime amare.
«Dopo un anno ci hanno chiesto di tornare, volevano darci un milione di contributi, ma ormai avevamo scelto Venezia, anche perché obiettivamente è la location ideale. L’altra sera al concerto degli Aerosmith avevamo mezza giunta di Novara, l’assessore alla Cultura piemontese e il responsabile del Bilancio. Non vengono solo per ascoltare musica». (e.t.)


 

GIOVEDÌ, 08 LUGLIO 2010

 

Pagina 23 - Cronaca

 

Quattro giorni a tutto rock a San Giuliano

Più di 100 mila spettatori, 40 ore di musica. Vedder: «Mai suonato in un posto così magico»

JAMMIN’ FESTIVAL L’anno prossimo la carovana di De Luca sarà di nuovo a Mestre: «E’ la location ideale»

 

MICHELE BUGLIARI

 

 Alla fine, è stato un successo la dodicesima edizione dell’Heineken Jammin’ Festival che ha richiamato ben 111.541 spettatori in quattro giorni, dal 3 al 6 luglio. Quaranta ore di rock a tutto volume nel cuore del Parco di San Giuliano.

 Se un biglietto costava 50 euro, il ricavo è stato di 5 milioni e 577 mila euro, un risultato importante per un festival che però costa tantissimo. Basti pensare che dentro al villaggio per 4 giorni ci lavorano 1.500 persone. Per non parlare dei costi degli artisti. La pioggia che domenica ha causato l’annullamento del concerto dei Green Day e che ha fatto una comparsa minacciosa, l’altro ieri, alla fine non ha impedito il buon esito dell’ultima giornata di rock con i Pearl Jam, il più gettonato con 50.000 spettatori.  

I numeri sera per sera. Al secondo posto nel gradimento del pubblico: la giornata di sabato con gli Aerosmith (24.541 spettatori),

al terzo quella del concerto perso dei Green Day (20.000) che comunque ha visto le altre esibizioni (30 Seconds To Mars, Editors, Rise Against, ecc.) e al quarto quella di Black Eyed Peas e Massive Attack (17.000). Il festival non significa solo biglietti venduti ma anche affari per l’azienda Heineken, visto che in quattro giornate sono state bevuti ben 500 ettolitri di birra. Soddisfatto, Roberto De Luca, produttore del festival, ieri, ha assicurato che l’anno prossimo il Jammin’ tornerà a San Giuliano ed ha precisato: «Mestre non è in discussione per 2011. Oltre tutto siamo legati anche per l’anno prossimo col Comune in base al contratto di cinque anni per la manifestazione».

 «Location magica». De Luca continua a ribadire di essere innamorato del parco di San Giuliano in quanto «location ideale per il festival». Poi sono gli artisti stessi, tra cui i Pearl Jam e gli Aerosmith ma nel passato anche Vasco Rossi, che adorano i luoghi. Per loro è un’emozione alloggiare negli alberghi veneziani da cui viaggiano in motoscafo attraverso i canali sino all’oasi verde, dove a bordo dei mezzi in uso nei campi da golf arrivano al palco. L’altra sera, Eddie Vedder dei Pearl Jam, che adora l’Italia, ha fatto le feste a De Luca, dicendogli: «Non ho mai suonato in un posto così magico, meraviglioso anche il pubblico».

 Rimborsi. Gli spettatori della seconda giornata dell’Heineken Jammin’ Festival che hanno perso il concerto dei Green Day annullato a causa della pioggia e che non hanno scelto di presentarsi con le stesso biglietto agli appuntamenti dei Black Eyed Peas o dei Pearl Jam, possono scegliere la via del rimborso. C’è la possibilità di chiedere il 50 per cento del valore del biglietto (25 euro) allo sportello o al circuito di prevendita via internet presso cui ha comprato il biglietto, dal 12 al 31 luglio. Presso la biglietteria del festival però sono stati venduti 1.000 biglietti, i possessori di quei ticket possono richiedere il rimborso del 50 per cento, inviando con raccomanda con ricevuta di ritorno il ticket a Live Nation (via Petrasanta 14, 20141 Milano). E’ fondamentale riportare: nome e cognome, telefono e numero di conto corrente.
  

                                                                                                                                           byRevi 8.7.2010