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Venerdì 15 Ottobre 2010 - ore 18.00
Ateneo Veneto 
Quando c'erano i Veneziani
presentazione del libro                  
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Quando c'erano i veneziani

Racconti della città e della laguna

Edito da Studio LT2

a cura di Caterina Falomo

  Testi di:

Luigi Alberotanza, Pierluigi Alessandri, Roberto Bassi, 
Giorgio Brunetti, Donatella Calabi, Riccardo Calimani, 
Sergio Camerino, Arrigo Cipriani, Mariagrazia Dammicco, 
Gerolamo Fazzini, Vittorio Levis, Franco Miracco, 
Antonio Paruzzolo, Fulvio Roiter, Marialuisa Semi, 
Giuliano Zanon, don Silvio Zardon, Alvise Zorzi

 

Prefazione di Leopoldo Pietragnoli.

 

“La progressiva e continua chiusura di negozi per residenti, la folla multilingue munita di macchine fotografiche nelle calli e nei vaporetti sarebbero diventate la realtà, il presente e forse il futuro”.
 
“Qualcuno, leggendo, potrà trovare della nostalgia. Non lasciatevi ingannare. La nostalgia non c’entra. Semmai i racconti dovranno essere motivo di riflessione, seria e arrabbiata. Sì, vorrei che qualcuno provasse la mia stessa rabbia. Perché Venezia sta perdendo l’anima e una città senza anima, che cos’è?”.

 

Dall’introduzione di Caterina Falomo

 

 

Com’era Venezia e com’è oggi? Attraverso i racconti di molti veneziani, nati e/o vissuti a Venezia, il libro vuole descrivere i profondi mutamenti di una città che ha visto nel corso di circa cinquant’anni dimezzare la propria popolazione.
Con questo libro Caterina Falomo, curatrice, vuole far riflettere i veneziani e non sui profondi cambiamenti di una città che si è talmente aperta al mondo da dimenticarsi dei propri cittadini. Senza alcuna volontà di drammatizzare i fatti, in un’epoca in cui molte città italiane vivono lo stesso destino, i racconti dei veneziani ci mostrano com’era la vita sociale di pochi anni fa.
Ricordi, riflessioni, aneddoti personali, fatti pubblici, vicende di ieri e problemi di oggi per far sì che Venezia sia vista con altri occhi, lontana dalle banalità raccontate ovunque nel mondo.

 

Caterina Falomo, curatrice. Nata a Venezia, vive e lavora a Roma. Si occupa di ufficio stampa in ambito culturale. Dopo anni di incubazione, nel 2010 trova il coraggio di lanciarsi nell’avventura di recuperare una memoria storica e sociale di Venezia, con la ferma intenzione di mostrare com’era la sua città natale e per lanciare un messaggio forte ai veneziani ma non solo.

 

 

Si ringraziano:
Banco San Marco, Caffè Florian, Sacaim, Casinò di Venezia, Thetis, Fondaco, Associazione 40xVenezia, Archeoclub d'Italia Sede di Venezia, Art&salE, Art&fortE, Studio Baroldi Commercialisti, Canottieri Bucintoro Venezia, Venezia Canottieri Bucintoro Cultura, Ca’ Zanardi, Wigwam Club Giardini Storici Venezia, Venice Convention, Hotel Carlton on the Grand Canal, Vecio Fritolin.

 

 

 

Studio LT2 
Dorsoduro 1214 
30123 Venezia 
Tel. +39.041.24.15.372 
Fax +39.041.24.15.371 

 

Ufficio stampa:
Caterina Falomo
Cell. 346.8513723

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Venerdì 15 Ottobre 2010,
Ci sono tanti ricordi, molte occasioni di riflessioni, ma soprattutto tanta nostalgia. Ed è un po’ quello che traspare da tutti i racconti, da tutti i percorsi di vita narrati in prima persona su una Venezia che esiste ormai solo nella memoria dei protagonisti. E forse nei libri di storia. Oggi pomeriggio, alle 18, all’Ateneo Veneto, verrà presentato il libro "Quando c’erano i veneziani", a cura di Caterina Falomo, per i tipi della casa editrice veneziana StudioLt2 (15 euro) e sarà presentato dalla curatrice, da Leopoldo Pietragnoli, Giovanni Pelizzato e Roberto Bianchin.
      Un’operazione in chiaroscuro che, se da un lato consente di conoscere le emozioni, le sensazioni e anche i disagi di alcuni cittadini veneziani, tutti più o meno noti, dall’altro mette un po’ in imbarazzo perchè si presenta - nel bene e nel male - come un tentativo di recupero della memoria, che però trascende nella nostalgia. Il libro si avvale del contributo di numerosi veneziani doc (Luigi Alberotanza, Pierluigi Alessandri, Roberto Bassi, Giorgio Brunetti, Donatella Calabi, Riccardo Calimani, Sergio Camerino, Arrigo Cipriani, Mariagrazia Dammicco, Gerolamo Fazzini, Vittorio Levis, Franco Miracco, Antonio Paruzzolo, Fulvio Roiter, Maria Luisa Semi, Giuliano Zanon, don Silvio Zardon, Alvise Zorzi). Un parterre du roi di tutto rispetto che parte da una semplice riflessione. Anzi da una domanda che più di una volta è stata rivolta alla curatrice e che si può riassumere in questi dialogo tra lei e un ipotetico interlocutore: Di dove sei? Di Venezia - si risponde. E l’altro: "Venezia, Venezia...". Ed è partita tutta da qui la riflessione per raccontare una città.
      E ad introdurre il «viaggio nel ricordo» ci pensa però Leopoldo Pietragnoli in un pezzo dolce/amaro che se fa trasparire l’amore per Venezia da parte del suo autore, svela - o meglio mette duramente nero su bianco - una serie di riflessioni che, queste sì, meriterebbero un volume. Dice Pietragnoli, dopo aver raccontato con un tratto abile i colori, i suoni e le atmosfere di una "città cambiata": «In questi sessant’anni - dice Pietragnoli - non c’è stato un secondo Napoleone nè un nuovo Radetsky, non sono sbarcati i marziani nè ci hanno invaso i turchi. Veneziani sono quelli che hanno sloggiato altri veneziani per affittare (troppo spesso in nero e a prezzi di rapina), agli universitari (che peraltro ci portano un po’ di vivacità giovanile) o alle agenzie per alloggi turistici più o meno abusivi; veneziani sono quelli che hanno trasformato i banchi di frutta e verdura in oggettistica di produzione dozzinale e di pessimo gusto; veneziani sono quelli che hanno imposto affitti tali da far desistere i negozianti di vicinato per far posto a prodotti cinesi; veneziani quelli che abusivamente ampliano i plateatici impedendo una corretta visione e una corretta fruizione di spazi pubblici pregiati; veneziani quelli che "tanto il turista non torna più" e alzano i prezzi a livelli da record e non danno nemmeno lo scontrino fiscale; veneziani quelli che producono il moto ondoso». Insomma, un’immagine inclemente della e sulla città. E forse, sarebbe proprio su questo che bisognerebbe riflettere. Prima che sia veramente troppo tardi.
      P.N.D
     

                                                                                                                                           byRevi 14.10.2010   agg. 15