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Il Campionato di Vela al Terzo 
visto da MaDoNa 
riflessioni e confessioni 
di Walter Rosada

Da Walter Rosada riceviamo e volentieri pubblichiamo...
  

MaDoNa”, l’avventura con la vela al terzo continua ...

La stagione velica 2011 si è appena conclusa ed è già tempo di chiacchiere da bar sport, di buoni propositi, di rammarichi (“se fuxe rivà prima gavaria vinto”) di bilanci.

Innanzitutto devo dire che, fortunatamente, ho sempre l’entusiasmo del primo giorno nell’affrontare ogni singola prova, buon segno !

Poi svelo un piccolo, personale segreto: prima di ogni partenza provo ancora quel “groppo” allo stomaco che mi accompagna da sempre in occasione di ogni momento importante, da studente prima degli esami, nella vita professionale prima di parlare in pubblico ad esempio.

Qualcuno penserà, e forse a ragione,  che sono “esagerato”, può essere: a ben vedere ne sono invece felice perché provare emozioni è sintomo primario di vitalità, capacità di provare vero interesse  per le cose e i fatti che ci circondano.

Madona” all’esordio stagionale del Bocolo 2011

Bando ora alla psicanalisi individuale, mi fiondo sul campionato concluso dove ci siamo tolti la soddisfazione di tenere dietro Corsaro da S. Giuliano alla Certosa … si, trainandolo a motore rientrando dal Nuti !!!

Scherzi a parte, abbiamo partecipato a tutte le regate e con un 2° posto in Classifica Generale categoria arancio (classe navi da carico) dopo Corsaro di Alberto Sonino , ancora una volta bilancio più che positivo per “madona” ed il suo equipaggio, che quest’anno ha visto cementarsi ancor di più l’amicizia storica con Massimo, Claudio e con il nuovo arrivato il giovane Luca , avendo come riserva (non me ne voglia !) dall’ apporto prezioso, mia figlia sedicenne pronta a sostituire le assenze dell’ultimo momento dei vecchietti acciaccati o impegnati in famiglia.

Siamo partiti molto bene nella prima parte della stagione avendo davanti a noi solo l’inarrivabile Corsaro (e te pareva …), battuto solo “burocraticamente”, sulla carta alla prima regata che aveva invece concluso “sportivamente” in regata in  testa.

Paghi dei risultati ci siamo seduti sugli allori nella parte centrale della stagione: risultati modesti con piazzamenti al 6° e 7° di categoria, con “madona” che in un paio d’occasioni ha tirato fuori un temperamento da indomabile cavalla di razza (forse più da musso degli alpini per la verità, puntava il vento col muso e nessuno la spostava più) facendoci dannare l’anima per, a malapena,  consentirci di tagliare il traguardo.

Piccati nell’orgoglio abbiamo ripreso ad uscire per allenarci (scusa ufficiale per famiglia e morosa, in realtà perché ci piace), cercare di comprendere cosa non funzionasse (e non ci siamo riusciti, lo confesso) e soprattutto sfruttare ciò che funzionava bene rendendo “madona” competitiva (questo rimane però un grandissimo segreto).

Dopo una regata di Malamocco che ci ha visto ULTIMI tra gli arrivati (!) e ad una manciata di secondi dal FTM (!), concludiamo però con un 1° di categoria la regata ‘na barca un omo (allora, maliziosi come siete, il problema era l’equipaggio penserete, vero ?), con Massimo al timone come al solito e sin dai nostri esordi d’altronde, anche se reduce da un recente incontro ravvicinato con la montagna (el xe un omo “mari e monti”, come ‘na pastasuta peoci e funghi dai), e dulcis in fundo un magnifico 2° posto dopo Corsaro (sempre lui, un incubo ‘sto fio !) al Nuti, ultima regata che ci ha regalato anche il 3° assoluto preceduti da una arzilla vecchietta di nome “Soravento” che pur priva del suo bastone della vecchiaia abituale (non me ne voglia il buon Vittorio) ci mette di poco in riga.

Ora al di là dell’analisi personale, trovo sia stato un campionato per tanti versi avvincente, che ha riservato parecchi spunti sportivi interessanti come le prestazioni delle piccole e velocissime sampierote Nonna Elvira, Achab, Arzento dotate tutte di “manego” (leggi timoniere, ma non solo) di prim’ordine, con un agonismo che a volte è sconfinato oltre il gentlement agreement che ci si aspetterebbe nella vela, con ripetute proteste anche tecniche, che personalmente non condivido soprattutto nella forma, risultato probabilmente di  una crisi da crescita della vela al terzo nella sua configurazione più sportiva, la regata dove, come mi dice sempre mio figlio di 4 anni “se non sei arrivato primo, sei arrivato ultimo”, e dove conta giustamente la classifica.

La vela al terzo è viva ed in buona salute lo dimostrano il successo di partecipazione al campionato “agonistico” ad al piccolo campionato, ho visto barche con equipaggi molto giovani, bambini piccoli in regata con mamma e papà (splendida “Amalia”), barche con equipaggi over 70 (grande Gino Luppi ), insomma la base sembra allargarsi ai nuovi senza perdere chi c’è da decenni permettendo in questo modo la trasmissione della passione velica attraverso le generazioni, con un passaggio che non è facile da gestire (la dicotomia tradizione/ innovazione è più che mai d’attualità) in presenza di forze vitali dinamiche e piene di idee che spingono per trovare acqua.

Concludo con un pubblico applauso a tutti coloro che investono il loro tempo libero per l’organizzazione di tutto questo spettacolo, la vela al terzo nella nostra laguna di Venezia, un omaggio a tutti coloro che partecipano sempre e comunque al di là delle possibilità di ottenere un risultato sportivo importante,

Ad andar per mare si impara con rispetto, umiltà e riconoscenza di chiunque navighi.  

Buon vento !

Walter Rosada

  

 

    

  

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                                                                                                                                           byRevi 19.9.2011