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28 marzo 2013:  La Giunta approva il 
nuovo piano per Forte Marghera 
nuovo "quartiere d'eccellenza" di Mestre
in connessione con San Giuliano e Laguna 


immagine tratta da www.magicoveneto.it

Venerdì 29 Marzo 2013

URBANISTICA L’assessore Micelli: «Un polmone verde nel cuore della città» «Il nostro Central Park» La Giunta approva il Piano di recupero per Forte Marghera. Ora, il bando di gestione


La Giunta ieri mattina ha adottato il Piano per il recupero di Forte Marghera presentato dall’assessore all’Urbanistica Ezio Micelli. [...] Innanzitutto rimarrà un polmone verde, e in questo senso diventerà parco connesso a quello di San Giuliano, poi sarà un luogo della cultura, produzione e fruizione, e infine naturalmente un luogo di svago, di intrattenimento.

      Ora manca il bando, anzi i bandi, di gara per affidarne la gestione, e a questo ci sta pensando l’assessore al Patrimonio, Bruno Filippini (potrebbero essere uno di sollecitazione di interessi e uno per la loro aggregazione). Il sindaco sta aspettando con ansia il suo lavoro perché vuole far partire al più presto l’operazione che sarà in grado di portare il verde nel cuore di Mestre, come un Central Park da 123 ettari (78 di San Giuliano e 45 del Forte) senza Manhattan. E magari chissà che la riqualificazione del Forte non stimoli pure a prendere per mano la città.

      I bandi [..]  rappresenteranno un ribaltamento di prospettiva rispetto ai precedenti che pensavano il Forte come un luogo potenzialmente chiuso (ad esempio la città dei bambini era un parco tematico, e per accedervi bisognava pagare il biglietto). 
Ora l’idea è di un parco aperto dove si trovano varie funzioni, e dove l’istituzione pubblica opera a fianco del privato, nuovi imprenditori e anche quelli che già oggi vivificano l’area con ristorantini, bar, piccole attività di artigianato storico.

      Per il Forte il problema principale è sempre quello dei soldi che non ci sono, e servirebbero almeno una cinquantina di milioni di euro per un restauro completo.

      “Il Piano che abbiamo definito, però, è un primo passo fondamentale per arrivare anche ai soldi perché ora le destinazioni d’uso sono chiarissime e chiunque sarà interessato a intervenire conoscerà gli ambiti, i limiti e le potenzialità” spiega l’assessore Micelli che ha portato a termine il lavoro con i suoi tecnici e con la Soprintendenza che ha realizzato una mappa completa dei 79 edifici presenti nella grande “stella”, stabilendone il grado di vincolo cui sono sottoposti: si parte dal cuore del Forte dove ci sono le strutture più tutelate sulle quali si può intervenire solo con restauri conservativi; ci si sposta nella fascia intermedia e si trovano gli edifici che possono essere restaurati e destinati a varie attività quali accoglienza, cura della persona, bar, ristoranti alberghi diffusi, piccole attività artigiane, e la galassia dei servizi; si arriva infine alla fascia più esterna dove si trova la maggior parte del verde che diventerà parco, con le varie lunette. E la tredicesima, quella più a Nord Ovest in corrispondenza con la fine di via Torino, diventerà la nuova porta di accesso: “Lì è prevista anche la possibilità di costruire nuovi edifici con funzioni di attestamento: una struttura ricettiva, bar, ristoranti, e altre attività di servizio e ricreative per accogliere i visitatori”.

      Questa zona oltretutto diventerà la cerniera con il resto della città, il punto di arrivo e di partenza di percorsi ciclabili che si collegheranno agli altri che innervano il centro urbano, la connessione con i mezzi pubblici fino al tram e alla ferrovia. Ci saranno pochi parcheggi, invece, “perché abbiamo scelto di non favorire il trasporto privato su gomma, poiché il Forte è soprattutto un’area verde da raggiungere in modo “verde””.

      Il cuore del parco sarà, dunque, destinato alle attività di produzione e fruizione culturale. L’Accademia delle Belle Arti sta verificando con il ministero dei Beni culturali la possibilità di avere un finanziamento per realizzare in terraferma i propri laboratori. “Non nascondo che sarebbe una grande cosa perché allora l’Accademia diventerebbe il motore di tutte le attività del Forte - continua Micelli -. Potrebbe essere il magnete, l’attrezzatura collettiva, in grado di attirare tutte le altre attività e di guidare la trasformazione e la riqualificazione dell’intera area”.

 

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