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mercoledì 28 Marzo 2001
 

Bonifiche, 30 miliardi per quattro discariche
E' la somma spesa dal Comune per gli interventi di Marghera, San Giuliano e Corti femminili
La testimonianza accorata del tecnico di Ca' Farsetti I rifiuti industriali hanno compromesso il territorio per decenni


MESTRE. Alle casse di Ca' Farsetti il monitoraggio e i primi interventi di messa in sicurezza di quattro delle aree inquinate di Porto Marghera sono già costati la bellezza di trenta miliardi di lire.

 La cifra è stata fornita alla corte del processo Enichem - Montedison dal dirigente del settore Ecologia del Comune, Erminio Chiozzotto, che ha testimoniato sul lavoro svolto dall'amministrazione comunale.

Le aree prese in esame dalla lunga relazione di Chiozzotto sono i
«43 ettari» e la Ecormed a Marghera, le Corti femminili di viale San Marco e San Giuliano

Mettere in sicurezza i «43 ettari» costerà al Comune 9 miliardi e 600 milioni. 400 milioni sono già stati spesi in monitoraggi. Per l' Ecormed ci si è limitati ad un primo monitoraggio (costo 81 milioni e mezzo). 
Ora si attende che i nuovi proprietari dicano se bonificheranno il grande piazzale trasformato in discarica. 

La voce di spesa più ingente è San Giuliano dove sono previste opere per 15 miliardi e mezzo. Ma si è già speso quasi 2 miliardi e mezzo in controlli e messa in sicurezza della vecchia discarica. L'unico intervento concluso è quello di viale San Marco nelle Corti Corallina, Mirandolina e Lucetta dove la bonifica hanno impegnato il Comune per più di tre miliardi. 
Nella zona, definita dal governo di interesse nazionale, saranno svolte altre attività di verifica su potenziali inquinamenti. 

Erminio Chiozzotto ha poi illustrato lo studio sugli agenti inquinanti presenti nell'area di 850 ettari che comprende le aziende che hanno firmato l'accordo sulla chimica. Il pm Felice Casson ha definito il lavoro «di estremo interesse e meritorio di ulteriori approfondimenti». In attesa del masterplan delle bonifiche, l'Ecologia di Ca' Farsetti ha evidenziato la compromissione di suoli e falde attraverso una analisi georeferenziata, basata sulle informazioni fornite dalle aziende. 

Dallo studio emerge una contaminazione molto variegata con inquinamento del suolo, delle acque di riporto e delle acque di prima falde imputabili a varie sostanze di origine industriale, in particolare metalli e idrocarburi policiclici aromatici, nitriti e organoclorurati. 

I valori superano anche di 16 mila volte i limiti di legge per gli organoclorurati, di 10 mila volte per gli idrocarburi policiclici aromatici o il Cvm

Anche la Provincia ha presentato i suoi conti: poco più di 800 milioni per censimenti di discariche, studi idrogeologici, verifiche e sopralluoghi. Cifre che diventano quasi incredibili quando si pensa al danno ambientale stimato dallo Stato. 

La pubblica amministrazione (Ministero dell'Ambiente, Magistrato alle Acque, Vigili del Fuoco, Forestale, Finanza, Spisal e Ulss) ha già pagato per l'inquinamento 666 miliardi.

Una compromissione ambientale che secondo il consulente dell'Avvocatura dello stato, il professor Paolo Leon, docente di Economia pubblica ammonta a oltre 71 mila miliardi a fronte di un guadagno per le aziende di «appena» 11 mila miliardi.


 

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