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Venerdì, 23 Marzo 2001
L'ORIGINE
DELLA VOGALONGA  

La prima Vogalonga si fece l'8 maggio del 1975. Era una domenica un po' coperta e leggermente ventilata: le condizioni ideali per affrontare i 32 chilometri a remi che sembravano a tutti un'enormità, esclusi pochi residui s-cioponanti, cacciatori o pescatori, ancora ben abituati ai lunghi percorsi lagunari.

L'idea era venuta l'anno prima a Paolo Rosa Salva, che s'era chiesto come ricucire il rapporto spezzato tra i veneziani e la laguna e che, militare in val di Fiemme, s'era ispirato alla Marcialonga. La proposta era sembrata un azzardo, tanto che il cugino Piero, futuro patron della Venicemarathon, l'aveva giudicata irrealizzabile.

Paolo Rosa Salva, allora, aveva ripiegato su una più modesta Regata di San Martino, poi ribattezzata "regata ecologica" dal Gazzettino, organizzata il 10 novembre del 1974 chiamando ai remi tutti gli amici come lui appassionati della voga e dell'ambiente lagunare. Per la cronaca, questo fu l'ordine d'arrivo: 1. bianco, Francesco Zanotto e Sandro Potenza; 2. canarin, Giuseppe Cristinelli e Stefano Falchetta; 3. arancio, Lino Fongher e Sandro Borin; 4. canarin, Paolo e Lalo Rosa Salva; 5. marron, Ugo Gozzi e Paolo Tito; 6. verde, Bepi Cipolato e Mario Borin; 7. celeste, Cesare Albanello e Lucio De Nardo; 8. rosso, Silvio Testa e Lorenzo Zanotto; 9. riserva, Delfo Utimpergher e Bebo Voltolina; 10. viola, Paolo Potenza e Alfredo Poli.

Alle premiazioni partecipò, col pittore Luigi Tito e il fotografo Lorenzo Morucchio, anche l'allora direttore del Gazzettino, Lauro Bergamo, che poi presiedette fino alla morte il Comitato della Vogalonga . Alla sera, nella cena tra i regatanti, fu rilanciata l'idea della maratona remiera, e tutti la giudicarono fattibile e dichiararono il loro appoggio incondizionato. Sull'onda dell'entusiasmo, con la mobilitazione di tutto il clan Rosa Salva, il cui decano, Toni, era anche presidente del Comitato regionale Veneto della Federazione canottaggio, e con una convinta campagna di stampa del Gazzettino, la Vogalonga divenne realtà.

Il rischio del fallimento, della mancata risposta della città, aleggiarono fino all'ultimo nelle menti degli organizzatori, anche se il numero crescente di barche a remi che tornavano a vedersi nei rii cittadini e nei canali lagunari man mano li rincuoravano. Ma fu solo quell'otto di maggio, quando il bacino di San Marco si animò per la presenza di ben 545 barche a remi, ricordando gli antichi dipinti del Guardi o del Canaletto, che tutti capirono che la scommessa era stata vinta.

È durata per 26 anni: peccato rinunciarci ora.
  
Silvio Testa

   
PATRIMONIO DELLA CITTA'
di VITTORIO PIEROBON

 

Vogalonga annullata a causa delle elezioni
Il presidente del Comitato organizzatore, Lalo Rosa Salva, ha deciso di interrompere una tradizione che durava da 26 anni
Silvio Testa
Tutto ha un inizio e una fine.

L'inizio della Vogalonga fu un grido di protesta dei veneziani doc che non accettavano l'arrogante invadenza delle barche a motore che tanti guasti provocano all'ecosistema lagunare.
Una protesta che con gli anni divenne patrimonio di tutta la città. Il segnale del risveglio dei veneziani superstiti, decisi a resistere alla colonizzazione e all'invasione dei turisti. Una grande intuizione, quella di paron Toni Rosa Salva. Con il tempo la Vogalonga è lievitata e, pur mantenenedo i connotati di festa del remo, è diventata - come sempre a Venezia - anche evento spettacolare e turistico.

Occasione di calata in laguna di appassionati della voga dall'Italia e dall'estero. 
Ora la maggioranza del popolo dei vogalonghisti, dicono gli organizzatori, è composto da non veneziani. 
Ma lo spirito è rimasto. Chi viene a Venezia quel giorno lo fa in punta di piedi (o meglio, di remi), senza arrecare alcun danno alla città. Semmai donando solidarietà alla causa della lotta al moto ondoso.

Ma se l'inizio è stato romantico e esaltante, la fine non può essere triste, quasi squallida. Il clan Rosa Salva, a cui va il grande merito di aver gestito in solitudine per ben 26 anni la Vogalonga , non può considerare la manifestazione una questione di famiglia. Ormai la Vogalonga è un patrimonio della città e se i genitori non ce la fanno più ad accudire la creatura, hanno il dovere di chiedere aiuto, non il diritto di sopprimerla.

La Vogalonga deve vivere. 
Il vecchio e saggio paron Toni e il giovane figlio Lalo (forse più stanco del padre) hanno il diritto di passare la mano, ma non possono affondare la flotta. 

La scusa delle elezioni non regge. Nessun rinvio è accettabile. Almeno questa bandiera Venezia non la deve ammainare

Venezia

Lunedì la notizia era ufficiosa, anche se di fatto senza molti margini di ripensamento, ma ora è ufficiale: quest'anno niente Vogalonga ! La maratona remiera è stata infatti annullata ieri dal Comitato organizzatore: impossibile conciliare, sostengono, la manifestazione e le elezioni politiche e amministrative il 13 maggio, né tantomeno anticipare la manifestazione dopo che l'intera "macchina" (moduli d'iscrizione, sito internet, magliette, poster, medaglie, permessi e assistenza) era stata per più giorni sospesa nell'attesa della definizione della data delle elezioni.

«È stata quindi valutata attentamente la possibilità di spostare la data fissata - sottolinea in un comunicato il presidente del Comitato, Lalo Rosa Salva -: l'anticipazione si rende impossibile per mancanza di tempo, considerata la sospensione delle attività; per quanto riguarda le condizioni di marea, esse non si presentano favorevoli nelle domeniche 6 e 20; inoltre, per le domeniche 20 e 27 sono state fissate altre manifestazioni non compatibili con la Vogalonga (trofeo Morosini - VelaVenezia, festa della Sensa oltre ai campionati italiani di canottaggio e all'eventuale ballottaggio per le amministrative)».

Almeno il canottaggio non c'entra, fa comunque sapere il presidente del Comitato regionale della federazione, Duilio Stigher, sottolineando che i campionati italiani sono in programma in date del tutto diverse. «Il 20 maggio - sottolinea - c'è solo la sesta prova del campionato di gran fondo, che riguarda un numero limitatissimo di società».Ma, al di là di ipotesi di spostamento, la Vogalonga non si poteva fare lo stesso il 13 maggio? Quantomeno i veneziani non avrebbero avuto problemi, e in fondo il "voto & vogo" era sicuramente possibile anche per tutti gli equipaggi delle città più vicine. Treviso, Padova, Trento, Firenze, Bologna, tanto per citarne alcune, ma anche Milano e Torino sono tutte raggiungibili in poche ore, e volere è potere. Per gli stranieri, poi, il problema non esiste proprio.

«Fare la Vogalonga solo per i veneziani? Non ha senso - risponde Rosa Salva -: l'anno scorso le barche dei veneziani erano appena trecento. E poi, col dubbio di quanta gente viene, cosa faccio? preparo lo stesso cinquemila magliette, cinquemila medaglie»?

Insomma, la Vogalonga numero 27 non si farà, almeno per quest'anno. E l'anno prossimo? Qualche dubbio è lecito, soprattutto in chi già da qualche edizione registra segnali di stanchezza da parte del Comitato organizzatore, che si sente sempre più abbandonato dai veneziani, sempre meno sostenuto dagli enti, in primis il Comune, e dalle associazioni. Già due anni fa, ricorderà qualcuno, sembrava che il Comitato si volesse fermare a quota 25, che sarebbe stata una bella cifra tonda, simbolica, dalla quale qualche altro soggetto avrebbe potuto ripartire.Poi il clan Rosa Salva s'era tirato su le maniche, e siamo arrivati a ieri. Per il 2002 il Comitato «dà appuntamento a tutti gli appassionati e sostenitori del remo, fermamente convinto di rinnovare il proprio impegno nel sollecitare l'amore e il rispetto per Venezia e della sua laguna grazie all'ormai tradizionale manifestazione remiera». Insomma, per il futuro ci sono le assicurazioni, ma basteranno? Quando una macchina si ferma, si sa che è sempre difficile farla ripartire!

Silvio Testa