CIRCOLO VELICO CASANOVA

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Mercoledì, 21 Giugno 2000
 
Sotto tutte le fondamenta ci sono voragini
Uno studio dell’università di Boston dimostra la gravità dei danni causati dal moto ondoso alla Venezia "sommersa"
Veneziano purosangue, ma trasferitosi a 17 anni negli Stati Uniti, Fabio Carrera insegna ingegneria al Worcester Polytechnic Institute presso Boston, dove si laureò. 

Ad un certo punto, Carrera decise di fare qualcosa per la sua città, e creò nel 1988 il Venice Project Center, uno dei 14 centri di studio che il politecnico di Worcester ha sparsi nel mondo e che gli studenti devono obbligatoriamente frequentare per laurearsi.

Da allora, sono passati per Venezia 300 studenti di 25 nazionalità diverse che, come dice Carrera, hanno lavorato "per" la città, con 90 progetti e ricerche di cui oltre 30 dedicati ai rii veneziani, in collaborazione col progetto Unesco-Murst "Sistema lagunare veneziano".

In 55 mila ore di lavoro sono state fatte indagini idrodinamiche e batimetriche sui 47 chilometri dei canali veneziani, sono stati catalogati tutti gli sbocchi fognari, sono stati censiti i danni percorrendo palmo a palmo i canali con la bassa marea, è stato infine analizzato in più riprese il volume di traffico, col conteggio di oltre 100 mila passaggi di imbarcazioni in più campagne. Poche persone, insomma, conoscono Venezia "da sotto" come il professor Carrera.

La situazione com'è?«Pessima, anche se ora, coi lavori di Insula, tende a migliorare. Tutti i rii, dal primo all'ultimo, hanno danni, in alcuni casi vere voragini. Ci sono fondamente o sponde dietro cui c'è il nulla. Si passa da un degrado leggero e puntuale a dissesti statici gravi e generalizzati: si può dire che almeno 5500 delle 7700 sponde censite presentano danni diffusi».

Che tipi di danni vi sono?«Danni da impatto, provocati da urti di barche, e danni strutturali: il 20 per cento è del primo tipo, in prossimità di spigoli o rive da carico, mentre il resto è del secondo tipo. E il 73 per cento dei danni strutturali si verifica entro i due metri da uno scarico fognario».

Cosa significa?«Abbiamo trovato una precisa correlazione tra la quantità di sedimenti presenti in un rio e i danni. Quando il livello dei fanghi supera i 50 centimetri, occlude lo scarico fognario, ma i reflui si insinuano tra le malte e trovano la loro strada per uscire, poi il traffico acqueo accelera il processo di degrado in maniera esponenziale: a distanza di un anno, abbiamo registrato in alcuni rii un aumento dei crolli tra i 3 e i 13 metri quadri, dovuti esclusivamente al passaggio delle barche».

Per curiosità, quanti sono gli scarichi fognari a Venezia, ovvero i potenziali fattori di rischio?«Sono esattamente 5389».

Insomma, poca manutenzione e troppo traffico. Che si può fare?«Servono interventi drastici per tutte le tipologie di trasporto».

Cominciamo dalle merci.«Per più giorni abbiamo analizzato il traffico nell'isola di San Bortolo, tra il Canal Grande e i rii di San Salvador, Bareteri, della Fava, del Fontego, contando barche, percorsi, tempi di sosta, numero dei colli scaricati. Ebbene: la quantità di merci portate da 90 imbarcazioni avrebbero potuto essere consegnate da 4, al massimo 5 topi a pieno carico»!

E dunque?«Serve una riorganizzazione del comparto. Un'idea potrebbe essere dare in appalto l'approvvigionamento di un'isola "forte" come San Bortolo, magari associata ad altre meno appetibili dagli operatori: sarebbero questi ultimi, magari in consorzio, a dover fare i massimi sforzi per ridurre i costi, trasferendo gran parte del lavoro a terra».

Per il trasporto persone?«Qualcosa di simile, qualcosa di meno selvaggio dell'attuale, con le licenze in mano al Comune per imporre scafi più piccoli e motorizzazioni diverse, il tassametro, magari il trasporto turistico a remi, che in ambito urbano è del tutto ipotizzabile».

E per i privati, infine?«Per tutti sono indispensabili le targhe, perchè altrimenti la prevenzione, i controlli e la repressione sono impossibili, e poi molta educazione. Nelle scuole deve esserci sistematicamente chi insegna l'"educazione civica" in acqua, perché i ragazzini di 14 anni in barca sono i peggiori di tutti, e sono tutti veneziani»!

Silvio Testa

 

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