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Mercoledì, 21 Giugno 2000
 
Dopo l'allarme su Torcello emerge una circostanza sconcertante sull'iter dei progetti la cui approvazione avviene normalmente senza alcuna valutazione di tipo urbanistico Laguna, conflitto di competenze
La commissione di Salvaguardia si esprime solo sulla qualità architettonica
Venezia

In laguna la mano destra non sa quel che fa la sinistra, e forse per questo vi spuntano ferro, cemento, palizzate di legno, scogliere di massi che più bianchi non si può.

Il presidente del Magistrato alle acque, Patrizio Cuccioletta, ha diramato ieri un lungo comunicato per sostenere la legittimità dei lavori a Torcello, messa in dubbio dal direttore dell'assessorato all'Urbanistica del Comune, Vittorino Favaretto, ma ne emerge un fatto desolante: l'istruttoria urbanistica dei progetti del Magistrato non la fa nessuno. Non per Torcello, ed evidentemente non per tutti i 20 o 30 interventi analoghi in laguna che lo stesso sindaco, Paolo Costa, ha attribuito al Magistrato.

Come si ricorderà, Favaretto aveva denunciato che il progetto su Torcello del Magistrato alle acque avrebbe dovuto avere il certificato di conformità urbanistica previsto dal decreto 383/'94, rilasciato dal ministero dei Lavori pubblici e dalla Regione, la quale ultima nel merito avrebbe dovuto avvalersi del parere del Comune. «Ma l'accertamento previsto dal decreto - ha sostenuto Favaretto - non c'è stato».

Cuccioletta ieri ha replicato che fino al '95 la procedura è stata rispettata, ma ha ricordato che successivamente la normativa è cambiata, attribuendo alla Commissione di Salvaguardia il potere di esprimere pareri vincolanti su tutti gli interventi di trasformazione e di modifica del territorio, all'interno della conterminazione lagunare. Cuccioletta ha poi ricordato che la stessa Corte costituzionale, e il Tar Veneto con più sentenze, hanno ribadito che il parere della Salvaguardia «ha la funzione di sostituire ogni altro parere, visto, autorizzazione, nulla osta, intesa, assenso, comunque denominati, obbligatori ai sensi delle vigenti disposizioni normative statali e regionali».

Questa, dunque, è la ragione per la quale il Magistrato alle acque non ha chiesto il certificato di compatibilità urbanistica, avendo inviato il progetto in Salvaguardia. 

Ma il dato paradossale è che la Salvaguardia non compie alcuna valutazione di tipo urbanistico!Lo hanno spiegato l'altroieri alla commissione d'inchiesta su Torcello sia Favaretto che l'architetto Aldo Bello, che rappresenta il Comune in Salvaguardia. «Molte volte - ha sostenuto a chiare lettere quest'ultimo - la Salvaguardia si è espressa in difformità alle norme tecniche.

 La Commissione non si interessa di procedure, ma si limita a dare pareri sui progetti: non facciamo istruttoria. Spetta poi agli enti proponenti attivare le procedure urbanistiche».

In altre parole, è come se qualcuno progettasse di costruire un bel palazzo in Piazza San Marco: la Salvaguardia guarderebbe la sola qualità architettonica del progetto, e se fosse "bello" lo approverebbe! Secondo la Salvaguardia, spetterebbe al proponente chiedere le autorizzazioni, ma se questi fosse invece convinto, com'è convinto il Magistrato alle acque, d'aver espletato ogni procedura, via coi mattoni davanti alla Basilica!

Silvio Testa


 

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