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SILIS, annali di civiltà dell'acqua 

Editoriale di Renzo Franzin 

Se l'evoluzione del mondo è affidata alla parola, non vi è dubbio alcuno che il suo principio sta nell'acqua. 
Essa racchiude il mistero della vita infinitamente piccola e, insieme, la sua rappresentazione mitica e universale, il paradigma attraverso cui, in tutte le latitudini e in ogni lingua, l'uomo ha raccontato l'affiorare dell'ordine naturale dal caos primitivo.

L'intuizione sulla forza creatrice dell'acqua si è accompagnata, per millenni, a un vocabolario di segni e a un patrimonio di gesti attraverso cui le civiltà hanno dialogato con questa diffusa presenza, esorcizzandone la forza insita e terribile, usandone le qualità sananti, fecondatrici ed evocandone il valore simbolico. 

Nessun altro elemento naturale come l'acqua è stato tanto decisivo nel connotare il luogo destinato alla convivenza nella sua praticabilità o nel suo profilo paesaggistico e nessun altro materiale si presenta con una varietà di forme e di caratteri così densa di conseguenze e di suggestioni per la nostra vita quotidiana.

Dopo l'avvento, il consolidarsi e il latente fallimento di un'altra cosmogonia che prometteva il progresso attraverso lo sviluppo della tecnica e delle sue utopie produttivistiche, l'acqua riaffiora da un lungo periodo di silenzio in cui l'aveva costretta il prevalere dell'idea di sfruttamento su qualsiasi altra forma di coscienza del suo valore reale e metaforico e impone a tutti una riflessione compiuta sul suo possibil ritorno.

 Non c'è solo il pericolo della penuria e il dovere di correggere gli abusi affidandosi alla pratica del risparmio, peraltro necessaria per rovesciare la tendenza allo spreco e all'inquinamento, c'è la necessità di riscrivere nella prassi quotidiana la complessità del nesso indispensabile fra le civiltà umane e la presenza multiforme dell'acqua, gli alfabeti originali che pensarono il mondo, affinché torni ad affermarsi un equilibrio vitale.

 Questa è la ragione essenziale per cui è nato il Centro Civiltà dell'Acqua e questi Annali sono lo strumento con cui s'intende divulgare il nostro e l'altrui tentativo di sperimentare il terreno di questa riconciliazione, di mostrare come essa sarà possibile, come lo è già in tanti luoghi, quali toni e sguardi richiede, su quale comprensione di culture e segni diversi si fonda, quali discipline reclama. Dall'archivisti alla storia, dall'idraulica alla scienze naturali, dall'estetica alla pianificazione, dalla sociologia alla poesia, dalla psicanalisi al mito, ogni sapere e sentire ci è indispensabile, necessario.

Le nostre ambizioni editoriali? Coniugare estremi apparentemente inconciliabili; saper raccontare identità locali senza rinunciare a scrutare l'orizzonte internazionale; catturare l'attenzione dello specialista e quella del curioso; costituire riferimento per chiunque pensi, studi e progetti l'acqua considerandola un bene e non semplicemente una risorsa.

Le pagine di "Silis", prima di ogni altra cosa, sono lo spazio destinato a questa scommessa, l'occasione in cui esercitare la sapienza di comprendere l'eredità culturale del passato in uno sguardo saldo sul futuro di cui accettiamo, senza pregiudizi, la sfida delle nuove conoscenze che esso ci propone.

 Ci fa da scenario in questo nostro compito impegnativo e affascinante, un corpus geo-politico eccezionale, l'incrocio intra-continentale in cui si sono situate alcune fra le più grandi civiltà idrauliche che storia ricordi, quel Mediterraneo che calamita su di sé i grandi bacini fluviali d'Europa e che lambisce Afriche e gli Orienti di acque scintillanti, un mondo ricco di vita fluida e potente con un cuore, il Veneto, dai mille fiumi, laghi e lagune. 

Il nostro desiderio è che le parole qui contenute sappiano raccontare la ricchezza di questa realtà.

 

Renzo Franzin