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Venerdì, 23 Marzo 2001
APPALTO Cinque concorrenti per 35 miliardi di lavori. Il 19 aprile sapremo chi ha vinto la gara e quanto ci costerà

San Giuliano. Si riparte, due anni dopo

Ma resta aperto il contenzioso con la Ferrovial, che si era vista sequestrare il cantiere nel marzo ’99

 

(m.d.) Parco di San Giuliano: si riparte. Ieri si è chiusa la gara per il ri-appalto e allo "start" si sono presentati in 5. Uno di questi 5 concorrenti vincerà la gara e si aggiudicherà l'appalto. Il 19 aprile sapremo chi è il vincitore.

Ma questo "altro giro altra corsa" ci costerà un bel po' di quattrini - almeno 10 miliardi - e l'unica consolazione è che il Comune ha deciso di andare avanti comunque. L'assessore ai Lavori pubblici, Marco Corsini, infatti ha voluto che si ripercorresse la strada dell'appalto dopo il fallimento delle trattative con la Ferrovial, la ditta spagnola che aveva vinto, con un progetto all'avanguardia, unico nel suo genere, l'appalto per il più grande parco sulla Laguna. La determinazione del Comune ha accelerato i tempi e adesso abbiamo "solo" due anni di ritardo. Pensare che il l parco sarebbe già "vecchio" di 12 mesi se non ci fosse stato, nel marzo 1999, il sequestro del cantiere ordinato da Luca Ramacci. Non solo, i cittadini se la sarebbero "cavata" con 14 miliardi, contro i probabili 25-30 che spenderanno alla fine, sempre che le ditte che hanno partecipato alla gara abbiano sul serio fatto uno sconto consistente dal momento che l'appalto ha un importo complessivo di 34 miliardi e 873 milioni. Vuol dire che potremmo anche avvicinarci ad una cifra del genere e sarebbe esattamente il triplo di quanto avremmo speso con la Ferrovial. Non solo, si tratta proprio di soldi buttati via perchè non viene fatto nulla di nuovo e di più rispetto a quanto avevano fatto Ferrovial e Tecnoecology. Infine, beffa nella beffa, la Ferrovial ha fatto causa al Comune e se il processo iniziato da Ramacci portasse all'assoluzione della Ferrovial, allora saran guai. In un modo o nell'altro Pantalone dovrà ancora mettere mano al portafogli.

Ma le brutte notizie di sempre sono almeno tamponate da questa buona nuova che i lavori entro qualche mese dovrebbero ripartire. Perchè c'è l'assessore Corsini che spinge sull'acceleratore assieme al progettista, Antonio Di Mambro, deciso a portare a termine un lavoro iniziato nel 1990, quando ha vinto il concorso per San Giuliano. Sono passati 11 anni.

L’INCHIESTA
Non era falsa la perizia del fiorentino Galli Il giudice accoglie la richiesta di archiviazione
Non fu una falsa perizia quella realizzata dal fiorentino Gianluca Galli sui lavori effettuati nel parco di San Giuliano.

La parola definitiva su quella complessa vicenda giudiziaria è stata messa dal giudice per le indagini preliminari Stefano Manduzio, il quale ha archiviato il fascicolo, accogliendo l'istanza presentata in tal senso dal sostituto procuratore Emma Rizzato.

Galli era stato chiamato dal gip Monica Gaggelli ad occuparsi dei lavori effettuati dalla ditta Ferrovial a San Giuliano, per accertare se i materiali utilizzati per bonificare l'area potessero essere qualificati come rifiuti.

A conclusione del suo lavoro, due anni fa, il perito toscano aveva scritto che gli unici rifiuti presenti nell'area erano quelli preesistenti alla data di consegna dei lavori e che tutti i materiali utilizzati erano a norma. «La ditta esecutrice e la direzione ai lavori hanno sempre eseguito le prescrizioni impartite dal progetto con la massima fedeltà, applicando semmai correttivi migliorativi sul piano tecnico ed economico» scriveva Galli nel suo elaborato.

Il lavoro del perito era stato però contestato dal sostituto procuratore Luca Ramacci, il magistrato che ha aperto un'inchiesta sui lavori eseguiti a San Giuliano e che all'epoca aveva fatto mettere sotto sequestro il parco ritenendo che nella bonifica fossero stati utilizzati rifiuti e materiali pericolosi. Sequestro successivamente revocato al termine degli accertamenti.

La perizia di Galli era stata illustrata e discussa nel corso di un'udienza di incidente probatorio, a conclusione della quale il gip Carlo mastelloni aveva trasmesso gli atti alla procura, affinchè valutasse se esistevano gli estremi per avviare un'indagine nei confronti di Galli per un'eventuale falso in perizia.

Gli accertamenti sulla delicata questione sono stati effettuati dal sostituto procuratore Emma Rizzato, la quale ha preso in esame tutta la documentazione relativa al caso, e alla fine si è convinta dell'insussistenza di un'ipotesi di reato nei confronti del perito, anche se le sue conclusioni sulle opere realizzate a San Giuliano differivano completamente da quelle del consulente tecnico del pm Ramacci. Non basta una divergenza di opinioni, secondo il pm, per configurare un illecito pesante come la falsa perizia, che presupporrebbe una precisa volontà di inquinare le indagini. Di conseguenza il magistrato aveva presentato una richiesta di archiviazione, che il gip Manduzio ha accolto.

L'inchiesta sui lavori effettuati a San Giuliano dalla Ferrovial era stata aperta dal pm Ramacci all'inizio del 1999, sulla base di una segnalazione sull'utilizzo per bonificare il parco di materiale di risulta proveniente dall'edilizia. Invece di risanare l'area, secondo il magistrato, la si stava inquinando ancora. E così San Giuliano restò sotto sequestro, tra mille polemiche, per quasi un anno, fino al dicembre del '99. L'inchiesta sul presunto inquinamento non risulta essere stata ancora chiusa.

Gianluca Amadori