CIRCOLO VELICO CASANOVA       P.ta San Giuliano - Mestre Venezia      

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3500 ettari di Laguna Sud rischiano di diventare area off-limits per la nautica naturale. Migliaia di tubi di plastica a mò di paline e chilometri di filo di ferro potrebbero impedire la libera navigazione sopra paludo in un'enorme area da Poveglia a Boccalama. 
Ne sono triste anticipazione i lagher lagunari nei pressi di Chioggia e di Burano, che da anni testimoniano come sia possibile abbruttire e degradare un paesaggio unico al mondo, nell'indifferenza delle Istituzioni che lo dovrebbero tutelare. 
La tutela della laguna più famosa al mondo non si misura in tonnellate di vongole pescate
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La denuncia parte da Massimo Gin, presidente dell'Associazione Vela al Terzo, ma serve l'immediato sostegno di tutte le altre associazioni di cittadini che dalla laguna e dalle sue tradizioni traggono letteralmente motivo di vita. 
   
>>> vai all'articolo con la mappa delle enormi aree in via di assegnazione


   
La vongola, complici i vongolari, é diventato il maggior predatore della laguna di Venezia.

Sabato, 18 Marzo 2006
«Ci tolgono la vita»: la Vela al terzo ricorre al Tar contro la concessione
Non sarà solo La Cavana a lottare contro la concessione al Gral da parte del Magistrato alle Acque di 3500 ettari di laguna per l'allevamento dei caparozzoli. 
«Faremo ricorso al Tar chiedendo la sospensione del provvedimento», ha annunciato ieri il presidente dell'Associazione Vela al terzo,
Massimo Gin, che ha già contattato per un'azione comune Italia Nostra, Pax in Aqua, l'associazione Vas
«Per noi è una questione di sopravvivenza, ci tolgono la vita», ha spiegato.

«Sono spazi rubati ai veneziani», ha denunciato Gin, sottolineando che la concessione riguarda un'area enorme nel cuore della laguna che verrà sottratta a ogni uso pubblico, coi fondali che verranno arati con sistemi distruttivi e su cui, col pretesto di controllare le concessioni, i titolari scorrazzeranno con mezzi potenti, in deroga (in barba) alle ordinanze del commissario al Traffico acqueo che vieta la navigazione sopra i palughi.
   
«Quali garanzie ci sono per l'ecosistema? È stata fatta una valutazione di impatto ambientale»?, ha chiesto Gin.

L'area in questione, tra il Lido, Poveglia, Sant'Angelo della polvere, il canale Re Fisolo, è in pratica l'ultima riserva indiana per chi vuole praticare serenamente la laguna, a vela o a remi. Il resto della laguna è ormai quasi impraticabile. «Sarà come a Chioggia, che arrivi e ti mandano via», ha spiegato il presidente dell'Avt, sottolineando che lì, come anche a Burano, le aree in concessione sono tutte cintate e disseminate di foreste di paletti di plastica collegati tra loro con chilometri di filo di ferro che rendono impossibile la navigazione.

«Una volta di più - ha concluso Gin - le autorità rendono vani gli sforzi dei veneziani che vogliono continuare a vivere nella loro città». Una città difficile, costosa, ma che può dare dei piaceri impagabili proprio attraverso un rapporto rispettoso con l'acqua. «Ma se ci tolgono il remo, se ci tolgono la vela, che cosa ci resta»? si è chiesto Gin, affermando che i veneziani ormai sono come la macchietta di Totò, che più le prendeva a nome di Pasquale, più incassava contento. «Tanto, non sono mica Pasquale»!

Silvio Testa


MARTEDÌ 28 MARZO 2006
Disagi e rischi ambientali dalla concessione di 3500 ettari ai caparozzolanti

«Laguna ai vongolari, una sciagura»
    

Remiere, velisti e ambientalisti scrivono a Magistrato alle acque e prefetto

 VENEZIA. Laguna a rischio. Non bastano i lavori «pesanti» in corso alle bocche di porto. Secondo ambientalisti e associazioni di voga e vela al Terzo, un altro pericolo minaccia l’integrità dell’ecosistema più delicato del mondo: la concessione di 3500 ettari per la pesca delle vongole.
 Nei prossimi giorni il Magistrato alle Acque dovrebbe firmare l’ordinanza che affida in concessione ai pescatori altre aree pregiate di laguna per la pesca e l’allevamento del Tapes philippinarum, il caparozzolo che dagli anni Ottanta ha ormai colonizzato la laguna. «Si sta per compromettere ogni prospettiva di pesca futura», denunciano le associazioni, «e la laguna rischia danni gravissimi».
 Così Il presidente dell’Associazione Vela al terzo Massimo Gin ha scritto alla presidente del Magistrato alle Acque Maria Giovanna Piva e al prefetto Guido Nardone una lettera appello, sottoscritta dalle più importanti associazioni ambientaliste e della voga.
Con Vela al terzo, Italia Nostra, Wwf e Lipu, Assonautica, Vas, Estuario Nostro, Società veneziana di Scienze naturali, Pax in Aqua e il coordinamento delle associazioni remiere.
Nell’appello si ricordano i danni che vengono portati ai fondali della laguna dai sistemi di pesca non autorizzati, con l’invasione di centinaia di barchini a motore che «arano» i fondali e distruggono ogni altra specie di vita lagunare. «Per questo vi chiediamo di posporre la firma dell’ordinanza», scrive Gin, «che potrebbe essere irreversibile e provocare gravi danni alla laguna, così da permettere un approfondimento delle alternative possibili». Le associazioni chiedono di essere ricevute da Magistrato e prefetto per poter esporre la situazione e gli studi che risalgono al 1999, mai presi in considerazione. «Anche perché l’allargamento delle concessioni», concludono i firmatari, «preclude l’uso di una parte di laguna rimasta intatta - e tutelata dalle norme europee sulle aree Sic - alle barche a vela, alle barche a remi e alle barchette dei veneziani. E trasformerebbe un habitat naturale in un luogo di pesca intensiva «privatizzata». «Tutto questo», dice Gin, «è tra l’altro in palese contrasto con il costoso lavoro svolto fin qui dal Magistrato alle Acque a difesa di velme e barene».

ALBERTO VITUCCI